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Decreto ingiuntivo: cos'è, come funziona e beni pignorabili

Decreto ingiuntivo

Cos’è il decreto ingiuntivo

Noto anche come provvedimento monitorio o ingiunzione di pagamento, il decreto ingiuntivo si rivela uno degli strumenti più efficaci su cui può contare il creditore per recuperare il suo credito.

Il motivo? Oltre a essere rapido, si dimostra decisamente economico: il ricorrente di un titolo esecutivo ha la possibilità di aggredire i beni di colui che ha contratto il debito in maniera veloce.

Più precisamente, il decreto ingiuntivo è un atto giudiziario attraverso il quale il giudice ingiunge al debitore il pagamento di un importo in denaro, a seguito della richiesta di un creditore. Lo stesso discorso è perfettamente valevole anche per la consegna di beni del debitore tramite pignoramento.

Come funziona l’ingiunzione

Appartenendo ai procedimenti contraddistinti da prevalenza esecutiva, il funzionamento dell’ingiunzione è particolarmente apprezzato per via dell’iter più snello, se paragonato a quello tipico dei procedimenti di natura ordinaria.

Viene poi emesso senza contraddittorio e senza accertamenti approfonditi.

Data la sua superficialità, si parla di cognizione sommaria che viene meno soltanto nella circostanza in cui il soggetto che ha contratto un debito, in qualità di ingiunto, decida di formulare l’opposizione. A fronte della casistica in oggetto, il procedimento è a cognizione pieno e si caratterizza per le garanzie tipiche del contraddittorio. Vista anche l’istruzione probatoria, si registra di conseguenza un aggravio non solo in termini di costi, ma anche a livello di tempistiche.

Conditio sine qua non per richiedere un decreto ingiuntivo è che il ricorrente si dimostri titolare di un diritto di credito o in alternativa che possa contare su una prova concreta e in forma scritta del credito vantato.

Chiunque, sia persone fisiche sia persone giuridiche, possono ricorrere all’ingiunzione di pagamento con l’intento di vedere il debitore condannato al pagamento della somma dovuta.

Il debitore è comunemente noto come ingiunto o resistente, mentre il creditore è definito ingiungente o ricorrente.

Cosa rischia chi riceve un decreto ingiuntivo?

Chi riceve un decreto ingiuntivo rischia seriamente di andare incontro al pignoramento dei suoi beni, oltre che a una responsabilità di tipo penale.

Per pagare un decreto ingiuntivo, il resistente ha a sua disposizione 40 giorni di tempo. L’unica eccezione è rappresentata da accordi diversi da parte dei creditori per dar luogo al pagamento sotto forma di rate.

In ogni caso, se il debitore non agisce in maniera tempestiva per portare a termine il pagamento o, quanto meno, per opporsi all’ingiunzione, allora rischia di andare incontro al pignoramento dei suoi beni, vale a dire all’esecuzione forzata.

Cosa si può pignorare con decreto ingiuntivo?

Negli ultimi tempi, complice anche la fase di congiuntura economica che ha preso di mira soprattutto l’Italia, sono sempre di più coloro che non sono in grado di saldare in tempo tutti i pagamento. Ragion per cui le richieste di decreti ingiuntivi provenienti dai creditori sono in forte aumento.

Vari sono i beni che possono essere pignorati con decreto ingiuntivo.

In primo luogo, parte degli stipendi. Vi sono, infatti, limiti legali attinenti alla percentuale di uno stipendio, soggetta a pignoramento (vale spesso la regola di 1/5, ossia il 20%).

Conti correnti bancari e depositi rientrano nella lista: i fondi presenti sono soggetti a pignoramento, qualora il debito non fosse stato coperto.

Lo stesso dicasi per le proprietà immobiliari, come ad esempio case e terreni, per i veicoli, come auto, moto e imbarcazioni, beni mobili come gioielli, mobili, elettrodomestici (la sola eccezione è costituita da un'eventuale componente affettiva e dal soddisfacimento di un'esigenza primaria, come il letto per dormire, l'armadio per posizionare i vestiti, ecc) e infine crediti nei confronti di terze parti.

Qualora il resistente avesse contratto debiti verso terzi, come ad esempio crediti commerciali oppure prestiti, questi ultimi sono soggetti a pignoramento, in modo da saldare il credito dell’ingiungente.

Come capire se esistono beni pignorabili?

Per capire se esistono beni pignorabili, è una scelta saggia rivolgersi a professionisti qualificati, operativi nel settore, come ad esempio i nostri investigatori privati.

Data la loro pluriennale esperienza in materia, conoscono alla perfezione le leggi che regolano il processo di recupero dei crediti tramite pignoramento dei beni.

Il debitore non può sapere in anticipo che sarà soggetto a pignoramento, in quanto si tratta di una decisione a discrezione del creditore. Colui che riceve il decreto ingiuntivo, infatti, ne prende atto solamente in seguito alla ricezione della notifica.

L'atto di pignoramento è sempre preceduto dall’atto di precetto mediante ufficiale giudiziario. Con questo avviso si comunica al debitore che ha 10 giorni per procedere al pagamento di tutte le spese.

Qualora dovessero trascorrere 90 giorni dal precetto, il pignoramento non può essere più avviato. L'unica eccezione è costituita dal fatto che non vi sia già un ulteriore atto di precetto.

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